LA MINDFULNESS E IL PROGRAMMA PER LA RIDUZIONE DELLO STRESS (MBSR)
della Dott.ssa Maria Concetta Convertino
ROMA – San Vito dei Normanni (BRINDISI)
Negli ultimi anni ho integrato il mio metodo di lavoro in ambito clinico con la pratica di consapevolezza mindfulness sia in seduta individuale che di gruppo, la sua applicabilità anche in ambito formativo la rende una risorsa molto versatile.
Ad oggi la conduzione del Programma per la Riduzione dello Stress attraverso la mindfulness costituisce l’ambito di lavoro in cui sono più impegnata.
Mindfulness è un meccanismo curativo che trascende la diagnosi, affronta le cause che sono alla base della sofferenza ed è una componente attiva delle psicoterapie più efficaci.
Che cos’è la Mindfulness
Mindfulness è sostanzialmente una pratica che consente di portare attenzione al momento presente in modo curioso e non giudicante.
L’obiettivo
è quello di eliminare la sofferenza inutile, coltivando una comprensione e accettazione profonda di qualunque cosa accada, attraverso un lavoro attivo con i propri stati mentali, permettendo di passare da uno stato di disequilibrio e sofferenza ad uno di maggiore percezione soggettiva di benessere, grazie ad una conoscenza profonda degli stati emotivi e dei processi mentali.
La mindfulness nasce dall’intuizione di Jon Kabat-Zinn
Gran parte delle idee, delle pratiche e degli interventi che oggi vanno sotto il nome di mindfulness sono il frutto di un percorso iniziato con gli studi pionieristici di Jon Kabat-Zinn, biologo e professore della School of Medicine dell’Università del Massachussets che, a partire dal 1979, ha sviluppato un protocollo per introdurre la meditazione di consapevolezza come intervento in contesti clinici. L’orizzonte teorico in cui inquadrare la mindfulness è quello della medicina mente-corpo, la pratica è scevra delle sue qualità religiose e spirituali, infatti il programma è stato inizialmente costruito e sperimentato per quei pazienti per cui la medicina ufficiale a un certo punto dichiarava di non poter più far nulla.
Il programma “Mindfulness-Based Stress Reduction” (MBSR)
è centrato sul paziente e ha natura essenzialmente esperienziale, ma anche educativa; mira infatti a insegnare alle persone ad essere responsabili del proprio benessere e a prendersi cura di sé adottando uno stile di vita più salutare, oltre che a rispondere agli stimoli stressogeni con un’attitudine mentale differente.
Il programma è costruito come percorso breve dove s’insegnano le principali pratiche della meditazione consapevole in un formato di gruppo per permettere ai partecipanti di rispecchiarsi negli altri aventi lo stesso problema, superando così l’isolamento di cui spesso soffrono. Una quota di efficacia del protocollo, infatti, è legata quindi ai fattori generali del gruppo quali il mutuo aiuto e la condivisione e un’altra quota è invece legata alla specificità della mindfulness.
Struttura del Programma per la Riduzione dello stress (MBSR)
8 incontri di gruppo, con cadenza settimanale, dura dalle 2 ore e mezza a cui si aggiungono 6-8 ore di ritiro. L’accesso al programma è aperto da sessioni di orientamento di gruppo o da colloqui individuali, ed è preceduto da una valutazione generale della salute psicofisica di ciascun partecipante.
Alla conclusione degli 8 incontri, vengono somministrati strumenti di autovalutazione che permettono di valutare l’efficacia dell’intervento e di effettuare i successivi follow-up. La pratica meditativa insegnata nei programmi MBSR ha due forme:
Strutturata (o formale),
ovvero esercitata in un tempo stabilito e in un setting silenzioso; e sono: 1) Il body scan o “scansione del corpo”; 2) meditazione seduta; 3) yoga; 4) meditazione camminata.
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Non strutturata (o informale),
ovvero esercitata in diversi momenti della quotidianità, senza la necessità di un setting particolare;
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Le pratiche di meditazione non strutturate o informali, hanno lo scopo di generalizzare e di estendere questa particolare modalità di “porre attenzione” a tutte le situazioni e i contesti della propria vita, spesso “automatiche” quali il mangiare, il guidare, il lavare i piatti, il fare la doccia etc.
Ai partecipanti, infatti, viene richiesto un impegno quotidiano sia per la pratica formale che per la pratica informale.
Un incontro MBSR è tipicamente suddiviso in momenti di pratica meditativa e in momenti didattici di natura psicoeducazionale, in cui l’insegnante affronta temi quali: l’interconnessione, “i pensieri automatici”, la fisiologia dello stress, le comunicazioni difficili, e così via.
Il programma infatti può essere modificato e adattato per diverse condizioni mediche e psicologiche, alcune delle quali sono la fibromialgia, i disturbi cardiaci, le condizioni oncologiche, i disturbi d’ansia e dell’umore, fino ad arrivare ai corsi per gli operatori sanitari o gli studenti universitari.
Negli ultimi anni infatti la “mindfulness” viene molto usata nel mondo clinico e psicoterapico.
Evidenze scientifiche
L’allenamento alla pratica della consapevolezza non è sicuramente cura di tutti i “mali” ma le ricerche scientifiche che si occupano di verificare la sua efficacia hanno dimostrato che porta a cambiamenti significativi nei domini delle funzioni cognitive quali l’attenzione, la memoria e le funzioni esecutive e a modifiche importanti nelle attitudini.
Numerosi autori, infatti, affermano che già dalle prime settimane aumenta la capacità di dirigere volontariamente l’attenzione alle esperienze del momento presente, migliora l’attenzione selettiva, esecutiva e sostenuta e migliora la memoria a breve termine.
Il percorso mindfulness quindi porta a un significativo sviluppo dell’attitudine caratterizzata da accettazione, apertura, sospensione del giudizio, auto-compassione e a una riduzione delle ruminazioni mentali.
Il valore clinico delle tecniche di mindfulness è stato dimostrato per molte difficoltà psicologiche tra cui la depressione, l’ansia, il dolore cronico, l’abuso di sostanze, l’insonnia e il disturbo ossessivo-compulsivo.